Gioco, corpo e relazione: gli "strumenti" del Neuropsicomotricista

gioco del paracaduteIL GIOCO

Il gioco viene portato ad assume il ruolo di mediatore privilegiato nella relazione terapeutica e permette al bambino di sperimentare e incentivare le proprie capacità, reali e potenziali.
In quest’ottica, adattandolo alle necessità ed alle caratteristiche individuali di ogni bambino, il gioco, viene proposto nelle sue molteplici valenze: sensomotorio, simbolico, emotivo-relazionale, di socializzazione… in situazioni individuali e/o di gruppo.
Nel gioco, infatti, il bambino sperimenta il proprio corpo e attraverso il movimento entra in contatto con l’ambiente intorno a sé e con le persone con cui si relaziona.

IL CORPO

Ogni bambino inizia a strutturare la propria individualità attraverso le esperienze corporee.
Prima attraverso una dimensione istintiva e riflessa, poi attraverso la sperimentazione concreta di sé, dell’ambiente e di sé nell’ambiente, il bambino inizia a costruire l’immagine di un sé operativo: inizia a riconoscere la sua capacità di agire nel mondo attraverso il corpo e crea le basi per la futura consapevolezza del proprio sé.
Crescendo, le esperienze concrete che fino ad ora hanno caratterizzato il rapporto del bambino con l’ambiente, sono la base per il passaggio al pensiero astratto, che trova il suo culmine nel pensiero operativo formale.
In questo intervento la corporeità e il movimento assumono un posto centrale e divengono sostegno e incentivo dello sviluppo globale del bambino.

LA RELAZIONE

La qualità della relazione che si stabilisce con il bambino nell’AreaPsicoMotoria, svolge un ruolo determinante per la riuscita di qualsiasi percorso terapeutico.
Poiché il canale principale di azione della pratica neuropsicomotoria è il movimento (non inteso, però, come ginnastica o sport), la relazione è centrata su una costante sintonia con l’espressione corporea del bambino.
L’attenzione viene posta sul dialogo tonico durante le attività, ci permette di restare sempre in contatto con le esigenze del bambino, dandogli la possibilità di costruire una buona modulazione emotivo-affettiva; questa facilita nei bambini la partecipazione al gioco e l’interazione con l’adulto o il coetaneo, prima durante le sedute, poi trasferendo in ogni momento della sua vita.
Inoltre una buona relazione con il bambino è possibile quando esiste una relazione di fiducia con la sua famiglia. Per questo l’intervento è condiviso con le figure di riferimento del bambino.